ANNIVERSARI (I.)

7 DICEMBRE 1941 – 7 DICEMBRE 2007
66 ANNI DALLA MENZOGNA DI PEARL HARBOR

“… e mentre sto parlando a voi, madri e padri, vi do un’altra assicurazione. L’ho già detto altre volte, ma lo ripeterò all’infinito. I vostri ragazzi non verranno mandati a combattere nessuna guerra straniera… potete quindi definire qualsiasi discorso sull’invio di eserciti in Europa come pura menzogna”.
Boston, 30 Ottobre 1940. Public Papers and address of Franklin D. Roosevelt, Macmillan, New York, volume del 1940, p.517

tratto da “Pearl Harbor, la storia vera” di Marco Pizzuti
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Nel 1941 un brutale attacco aereo giapponese a sorpresa annientò la flotta americana del Pacifico, lasciando sul campo migliaia di vittime innocenti. Questo è ciò che per decenni è stato ripetuto e si è letto sui libri di storia.
Il Giappone, contrariamente a quanto viene convenzionalmente accettato nella letteratura istituzionale didattica mondiale, venne deliberatamente provocato a reagire militarmente da F. D. Roosevelt in tutti i modi possibili. Tale strategia d’azione fu definita nero su bianco nel riservatissimo piano McCollum [Le copie integrali del protocollo McCollum sono disponibili su
http://en.wikipedia.org/wiki/McCollum_memo], uno scottante documento che alcuni ricercatori storici sono riusciti a rendere di pubblico dominio.
Nel corso del tempo, sono infatti emerse numerose prove che dimostrano come i servizi dell’intelligence americana riuscirono a decriptare tempestivamente tutti i piani dell’imminente attacco giapponese. La strage di Pearl Harbor quindi, poteva essere evitata e con essa naturalmente, anche la partecipazione dell’America alla guerra. A confermarlo, ci sono persino le testimonianze rese da alti ufficiali della marina americana (come ad es. quella dell’ammiraglio Husband Kimmel o del tenente generale Richardson). Ed è proprio da questi ultimi infatti che è partita la “prima pietra dello scandalo”. Le loro versioni sulla vicenda, sono oggi disponibili in molte dettagliatissime pubblicazioni, a cominciare, da “Il giorno dell’inganno” di Robert B. Stinnet (pluridecorato USA per il valore militare 42′- 46′).
Grazie al Freedom of Information Act promosso dal parlamentare USA John Moss, molti ricercatori indipendenti hanno potuto trovare accesso ad uno straordinario numero di documenti sulla guerra del Pacifico. Dallo studio accurato di questi è poi emersa tutta la verità sconcertante;
Si viene così a sapere che già il 7 ottobre del 1940, nel quartier generale della Marina di Washington, circolò un bollettino destinato a compromettere per sempre l’amministrazione Roosevelt nella premeditazione della guerra. Il dispaccio proveniva dall’ufficio dei servizi informativi ed era indirizzato a due dei più fidati consiglieri del Presidente, i capitani della Marina Walter S. Anderson e Dudley W. Knox. Al suo interno recava la sottoscrizione in calce del capitano di corvetta Arthur H. McCollum, un militare esperto dei costumi del “sol levante”. Quest’ultimo infatti, aveva trascorso diversi anni della sua vita in Giappone e ne conosceva perfettamente la cultura. Si poneva quindi come l’uomo adatto per studiare una strategia di provocazione.
McCollum elaborò così un piano che prevedeva otto diverse modalità d’azione per ingaggiare una guerra con il Giappone. Il documento si componeva di cinque pagine e in esso si faceva esplicito riferimento alla creazione di quelle condizioni che avrebbero costretto i giapponesi ad una reazione armata contro gli USA.
Prima del fatidico 7 dicembre 1941, l’88% della popolazione americana (sondaggio realizzato in America nel settembre 1940) era contraria a mandare i propri figli a morire per una guerra lontana e il signor F. D. Roosevelt, proprio come il signor W. Wilson, venne eletto Presidente grazie alla promessa che non avrebbe mai trascinato la nazione in un conflitto.

leggi l’intero dossier su http://ogigia.altervista.org/print.php?news=1189951858

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One Response to ANNIVERSARI (I.)

  1. mario dicono:

    Basta che non arrivi un Umberto Eco a scrivere che però anche nel caso di Pearl Harbour “manca la gola profonda”, solo perché lui non la conosce… se uno si gira dall’altra parte quando le gole profonde vuotano il sacco, sono problemi di chi non vuole informarsi, appunto!

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