Argentina. Passaggi andini III. Cafayate e la Quebrada de las Conchas

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La Quebrada (il canyon) de las Conchas, detta anche Quebrada de Cafayate. Si ammira dalla strada che collega Salta a Cafayate, la Ruta Nacional 68, circa 180 km. tutti asfaltati. A differenza degli altri itinerari della precordigliera con fondo “ripio”, ovvero strada bianca, questo tragitto si può fare tranquillamente con un’auto a noleggio. Ci sono pure linee di ómnibus che fanno questa tratta.

Paesaggi marziani, rossi d’argilla, con gole modellate dall’erosione eolica e idrica.

La Garganta del Diablo e El Anfiteatro

El Sapo, cioè il rospo, scultura naturale realizzata nel tempo dal vento e dall’acqua.

Lasciata la valle de las Conchas, avvicinandosi a Cafayate, dune di sabbia: sembra di essere a Chia, in Sardegna. Ma qui siamo a 1700 m. d’altezza s.l.m. circa. Il terreno sabbioso è indicato per la coltivazione della vite.

La valle di Cafayate è famosa per i suoi vigneti, le sue estancias, le bodegas, i suoi vini. Particolarmente rinomato il vino bianco Torrontés: quello di Cafayate è fra i più pregiati, secondo alcuni non ha pari. La valle di Cafayate produce anche cabernet, chardonnay e malbec.

Scorci della cittadina di Cafayate.

Mercatino all’aperto, pizza buona ( e pazienza per gli errori sul menu) e un vecchio Peugeot 404. Molto meglio che buttare, riparare!, come diceva quella canzone di Battisti.

Gommista.

Un’edicola dedicata al culto della Difunta Correa, divinità popolare non riconosciuta dalla Chiesa Cattolica, venerata oltre che in Argentina anche in Cile e in Uruguay. Nelle foto gli ex voto all’interno dell’edicola e il testo di un rosario. Secondo la leggenda, il marito di Deolinda Correa, fu coscritto con la forza nella guerra del 1840 fra unitaristi e federalisti. Volendo ricongiungersi a lui, Deolinda si mette in marcia col figlio poppante, muore di stenti nel tragitto, ma il bambino sopravvive attaccato alla sua mammella. Per saperne di più clicca qui (in spagnolo).

La valle di Cafayate, sulla via del ritorno a Salta.

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