LE BUFALE DI GUERRA DIVENTANO MEDAGLIE

Il Giornale di Sardegna�6 novembre 2005
L’umanista Lorenzo Valla, in una celebre opera, dimostrò come fosse falso il decreto di donazione di Costantino su cui si fondava il potere temporale dei papi. Quest’ultimo tuttavia cessò solo cinque secoli più tardi. Dunque è antica l’arte di fabbricare false prove per legittimare il potere. Ancor più per promuovere guerre che lo consolidano. “Tutte le guerre si basano su falsità” scriveva già nel V secolo a.C. il Maestro Sun Tzu in “L’arte della guerra”. Hitler convinse la sua gente che la Polonia aveva attaccato la Germania per prima. Roosevelt sostenne che l’attacco di Pearl Harbor fu a sorpresa, nonostante il famoso piano del Servizio di Intelligence Navale per provocare intenzionalmente il Giappone. Johnson irretì il Congresso sull’incidente del Golfo del Tonkino per mandare gli americani alla guerra in Vietnam. Nessuna meraviglia quindi per i falsi dossier che hanno preparato la guerra in Iraq. “A stupire è semmai lo stupore di chi si stupisce con tanto ritardo” ha scritto su queste pagine Ennio Remondino (corrispondente dal fronte di tante guerre), accostando il Nigergate alle patacche di Totò. Ma le bufale non castigano, anzi premiano: Bush e Blair hanno rivinto le elezioni. Secoli di storia hanno insegnato che l’umanità non si indigna abbastanza, e quando lo fa è troppo tardi: è ormai Storia. Insomma, è già qualcosa che le patacche si smascherino più velocemente che in passato, ma non è abbastanza. Quello che bisogna migliorare sono i conseguenti tempi di reazione.

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