GIOCHI E SPRECHI DI ACRONIMI

Il Giornale di Sardegna / E Polis. pag. 6. sabato 11 marzo 2006

Nuove sigle arricchiscono di continuo il linguaggio quotidiano. Oltre a Tav, Pacs e Suv, ecco Nimby – già chiosato da Stefano Bartezzaghi – acronimo inglese di Not In My BackYard, cioè: Non nel mio cortile. Viene usato anche in Italia dai residenti che si oppongono alla realizzazione nel loro territorio di opere come termovalorizzatori, discariche di scorie radioattive o la stessa Tav. Oltreoceano ecco Wasp e Dink, due categorie etnico-sociali: i bianchi protestanti di origine anglosassone (White Anglo Saxon Protestant) e le coppie senza figli e doppio reddito (Double Income No Kids). Un gioco realizzabile con gli acronimi è cambiare il significato delle lettere che lo compongono. Sempre oltreoceano, la sigla Fiat diventava “Fix it again, Tony”, ossia: aggiustala di nuovo Tony (meccanico di origine italiana). Così da bambini dicevamo che Upim fosse Unione per imbrogliare meglio, anziché Unico prezzo imposto Milano. Nel linguaggio dei militari di leva la sigla del permesso Tst (Termine Spettacoli Teatrali) diviene “Torno stanotte tardi”. Si può fare pure il gioco opposto: partire da singole parole per generare una sigla. Ad esempio, per tornare all’attualità, mettendo insieme le iniziali delle consultazioni vinte, talvolta stravinte, dal centrosinistra negli ultimi cinque anni, Supplettive, Provinciali, Regionali, Europee, Comunali, Amministrative, si ottiene: spreca. Ecco cosa fa, o talora sembra fare, di quel patrimonio l’Unione.

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