L'oligopolio mediatico in Sardegna

L’oligopolio mediatico in Sardegna” di Eleonora Cipollina
della redazione Pandora tv di Cagliari (clicca sul titolo per vedere). Riprese di Stefano Grassi e Antonio Cauterucci. Montaggio di Stefano Grassi.

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Un servizio tv realizzato in Sardegna or ora, presto sul canale Sky 924 LiberaTV , intanto è sul web, durata 42 minuti circa.
Coi giornalisti Vito Biolchini, Giacomo Mameli, Giorgio Melis, il prof. Enzo Colarullo… e il tentativo di ottenere risposta o dichiarazione da parte dell’Unione Sarda.

Questo video racconta la diseguale distribuzione delle risorse nel mercato dei media in Sardegna e la conseguente difficoltà per i cittadini dell’isola di esercitare il proprio diritto al pluralismo informativo. In periodo pre-elettorale la disinformazione rischia di diventare manipolazione.

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5 Responses to L'oligopolio mediatico in Sardegna

  1. asia dicono:

    Vi comunico che l’UNIONE SARDA ha chiuso il suo forum dalla mattina del 28 gennaio, con il pretesto improbabile di un guasto al server, e sta protraendo la cosa per tutto il periodo caldo della campagna elettorale.
    Molti di noi, utenti dello spazio che ci pareva democratico, hanno notato strane manovre già dai giorni precedenti il 28: blocco del sondaggio sulle votazioni sarde (SORU era in vantaggio), sparizione di un thread dedicato ai due contendenti, dove Cappellacci veniva palesemente e platealmente sminuito.
    Poi, strana coincidenza, il guasto (leggi chiusura) del forum con perdita irreparabile di tutti i dati proprio quando un forumista aveva aperto provocatoriamente un topic dal titolo MEGLIO SORU.
    Si capisce che si possono fare solo supposizioni… ma le coincidenze sono troppe.
    E poi, diciamocelo chiaro, non esiste un tecnico informatico (anche se dedito all’eremitaggio) che abbia bisogno di tre settimane per sbloccare una situazione critica.
    Per aprire un nuovo forum poi, una volta assodata la perdita dei dati precedenti, basta un’oretta.
    Se non ci avessero murati, ignorando le nostre rimostranze epistolari, avremmo anche potuto credere alla buona fede e alla storiella del disguido.
    Siamo disorientati. Anzi… disgustati.
    Qualunque lettera che tocchi Berlusconi in questo periodo viene insabbiata. E’ capitato a me, che ho espresso garbatamente le mia perplessità per un editoriale di parte di P. Figus. E ho immeritatamente assaporato la CENSURA DI REGIME.

  2. Paolo dicono:

    Grazie asia del contributo. Che pena però, che tempi bui per l’informazione!

  3. Claudio dicono:

    Ho visto il servizio, ho letto i commenti… Fortuna che c’è gente come voi che informa su certe cose… se dovessimo solo basarci su giornali e TV avremmo ben poco da riscattare. Ma trovo più interessante il fenomeno di comunicazione che ci porta a scrivere su questo blog. Insomma, voglio dire… il WEB… finché non ce lo oscurano, soprattutto perché si diffonde sempre di più, ed è portabandiera di ricambio generazionale. Usiamolo, sviluppiamolo e… teniamocelo! Ma per farlo occorre uscire dagli schemi che ci portano ad imitare l’esistente per struttura e linguaggio. Occorre un linguaggio nuovo commisurato al click. Solo così il messaggio sarà visualizzato anche da chi la pensa in modo diverso…
    Comunque avanti così… finché c’è gente che fa sentire la propria voce in un modo o nell’altro… il mondo ha ancora qualche speranza da spendere…

  4. asia dicono:

    Claudio… anch’io pensavo che la RETE fosse libera… ma ieri ho trovato “il blocco” per due filmati che riguardavano le contestazioni di Berlusconi in Sardegna e che, sino a tre giorni fa, erano visibili.
    Leggete questo comunicato Di Di Pietro:

    “Il Senato, con voto contrario dell’Italia dei Valori, ha approvato l’articolo 50-bis del Ddl n° 773, un emendamento del senatore Udc Gianpiero D’Alia al pacchetto sicurezza varato dal governo.
    L’emendamento avvia “la repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Nei fatti, se approvato, permetterà di reprimere la libertà di espressione e di opinione in Rete (approfondimento nell’articolo di Punto Informatico ).
    Il reato di apologia e istigazione a delinquere è già previsto e punito dalla legge, chiunque ne venga accusato oggi viene processato e, se colpevole, condannato. D’Alia e i suoi mandanti non vogliono attendere il processo, né la sentenza, vogliono emettere subito il verdetto di colpevolezza obbligando i provider ad oscurare da subito il sito. Poi, chi se ne frega del processo.
    Un emendamento antidemocratico e incostituzionale che cancellerà l’informazione in internet in un soffio equiparando l’Italia alle uniche due nazioni al mondo che hanno queste restrizioni: Cina e Birmania.
    L’emendamento sotto il pretesto di chiudere le porte a siti come You Tube e Facebook in cui sparuti gruppi di fanatici “inneggiano” a Raffaele Cutolo e Salvatore Riina, nasconde ben altri obiettivi. Quello di oscurare l’ultimo tassello dell’informazione, internet, che sfugge al controllo diSilvio Berlusconi monopolista dell’informazione privata e di Stato.”

    Cina e Birmania: non ci resta che scambiarci queste ULTIME opinioni. : (

  5. Paolo dicono:

    Grazie Claudio, grazie asia… avevo letto anch’io dell’agghiacciante emendamento D’Alia. Teniamo duro!
    Welcome back Orwell’s 1984!!

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